Film italiani sulla Grande Guerra degli anni Settanta


Apriamo questa rassegna dei film italiani degli anni Settanta dedicati alla Grande Guerra con una pellicola fondamentale, nelle sale a partire dal 1970, si tratta di Uomini contro di Francesco Rosi, un'opera che vuole anzitutto dissacrare una certa immagine retorica della Grande Guerra, riportandone in primo piano l'assurdità e l'orrore. 
La storia, liberamente tratta dal celebre diario di Lussu Un anno sull'altipiano, racconta la presa di coscienza del giovane tenente Sassu, interventista della prima ora, che in seguito matura, attraverso il contatto con i fatti reali dei combattimenti, tra il 1916 e il 1917, una viva opposizione alla guerra. Nelle scene finali, il film si solleva a toni di grandiosità tragica, evocando la follia bellica tramite diverse sequenze di grande effetto emotivo. Rimasta nella memoria collettiva quella che evidenzia la demenza dell'ottuso maggiore Melchiorri il quale, in preda all'ira e all'esaltazione guerresca, ordina immotivatamente la decimazione dei suoi uomini nel corso di una battaglia. Il film termina poco dopo, con la fucilazione del tenente Sassu, reo d'essersi rifiutato d'eseguire l'ordine del Melchiorri, causando la rivolta dei soldati e la conseguente uccisione del maggiore. In questa scena il sacrificio del giovane assume una dimensione  epica, con la sua figura che giganteggia vincente in primo piano sul plotone di esecuzione, relegato sullo sfondo (nota 1).


Il Sergente Klems di Sergio Grieco, uscito nel 1971, è parte di questa rassegna in virtù dei soli primi nove minuti di pellicola, che rappresentano un piccolo gioiellino incastonato in un film per il resto non troppo originale. La storia principale, ambientata negli anni Venti, ha infatti un preambolo nel 1918, nel corso di una battaglia della Prima guerra mondiale, nell'Artois, quando un ufficiale tedesco, fatto prigioniero dai francesi, scampa alla fucilazione indossando la divisa di un avversario caduto e prendendo l'identità di un soldato della legione straniera, quel Klems che dà il titolo alla pellicola. Interessante la ripresa "a mano" di questa drammatica sequenza in bianco e nero, osservata nella sua interezza attraverso lo sguardo angosciato del protagonista, che vaga inquieto per il campo di battaglia devastato. A questo punto il film diviene a colori e la vicenda si sposta nello spazio e nel tempo, trasportando d'amblais lo spettatore in Marocco, a Guercif, nel 1924. Viene dunque intessuta una trama avventurosa abbastanza godibile ma non particolarmente approfondita, nella quale Klems diserta, decide di sposare la causa dei ribelli contro i dominatori spagnoli e viene infine catturato, processato per diserzione, alto tradimento e spionaggio, e condannato alla fucilazione, pena poi commutata all'ergastolo a vita alla Guyana (nota 2).


Il terzo episodio del film Cuore di Romano Scavolini, del 1973, trasferisce il noto racconto de La piccola vedetta lombarda, tratto dal testo di Edmondo De Amicis, dai giorni delle battaglie per l'unità d'Italia a quelli della Prima guerra mondiale, narrando la triste storia di un giovane pastore che sale sul campanile di un paese abbandonato per ragguagliare una formazione sbandata di cavalleggeri italiani intorno a ciò che succede nelle zone limitrofe. Il piccolo eroe non viene intimorito neppure dalle pallottole nemiche finché, colpito, non precipita e muore (nota 3).


Il film per la televisione La sciantosa di Alfredo Giannetti, trasmesso il 26 settembre 1971 all'interno del ciclo Tre donnenarra la vicenda di Flora (la "sciantosa" del titolo, come venivano chiamate nel teatro napoletano le cantanti di caffè concerto), focosa e sboccata diva in declino, non più giovanissima, dal carattere ardente tagliato sulle caratteristiche recitative della grande Anna Magnani: un insieme di megalomania, vittimismo e volgarità popolaresca, ma anche di fragilità, candore, vigore e umanità. L'incontro con il dolore e i drammi della Prima guerra mondiale, cui viene in contatto nel corso di una tournées per i soldati impegnati al fronte, le provocano una profonda conversione interiore culminante nell'estremo sacrificio quando, mentre stava tornandosene a casa accompagnata dal soldato Tonino Apicella, interpretato da un giovane Massimo Ranieri in grande vena, fa scudo col suo corpo ai colpi di mitraglia indirizzati alla loro auto da un aereo nemico, restando uccisa. Il film di Giannetti è forse un po’ semplicistico nell'affiancare il superficiale mondo del varietà a quello brutale del conflitto, ma risulta molto commovente e sincero: la sequenza del canto di «‘O surdato ‘nnammurato» davanti alla platea dei giovani militari feriti, come la scena in cui Flora assiste i soldati morenti, rappresentano immagini che non si dimenticano facilmente (nota 4).




Stefano Cò


<== Pagina principale dell'intervento                      

--------------------
Note

1) Uomini contro, tratto da Un anno sull’altopiano di Emilio Lussu, ha dato il suo apporto critico per una polemica antiautoritaria e pacifista, pur perdendo, secondo alcuni critici, la chiarezza politica del testo letterario d’origine. Per la trama e alcune riflessioni critiche, vedi la scheda e le recensioni riportate in Gianfranco Casadio, La guerra al cinema. I film di guerra nel cinema italiano, vol. I, Longo editore, Ravenna, 1998, pp. 52 e 72-73. Un’analisi interessante sulla presa di coscienza del protagonista, interventista deluso e disgustato dalla guerra, sul realismo della visione cinematografica nell'attenta ricostruzione storica è in Giaime Alonge, Cinema e guerra. Il film, la Grande Guerra e l’immaginario bellico del Novecento, UTET, Torino, 2001, pp. 189-190. Una bella, ricca e completa analisi del film, dei suoi temi, della dialettica tra i due giovani tenenti protagonisti e le relazioni coi giovani soldati semplici, e un’attenzione particolareggiata alle scene delle azioni di guerra è in Sandro Zambetti, Francesco Rosi, Il castoro cinema/La Nuova Italica, Firenze, 1976, pp. 87-96.

2) Tratto dallo scritto autobiografico di Paolo Zappa, Il sergente Klems è un film in cui i personaggi e le vicende storiche e gli ideali di indipendenza sono «depauperati» dalla preferenza data alle convenzioni e agli accattivanti richiami dei tipici ingredienti del genere avventuroso, resi peraltro assai modestamente (vedi le brevi schede di Laura e Morando Morandini, Telesette e Segnalazioni Cinematografiche, vol. 72, 1972, citate su Liberocinema.it. Per la trama e una critica vedi Gianfranco Casadio, cit., p. 74.
3) Su Cuore e i vari episodi tratti dal libro di Edmondo De Amicis, trasposti da Scavolini in tempi diversi dal contesto originale, sulle poche critiche («mal raccontato, poco credibile e talora ingenuo») e sulla distribuzione regionale e circolazione limitata, vedi la scheda di Gianfranco Casadio, cit., p. 75 e quella di Roberto Poppi, Mario Pecorari, con la collaborazione di Andrea Novarin, Dizionario del cinema italiano. I Film dal 1970 al 1979, vol. 4, Gremese, Roma, 1996, pp. 219-220.
4) Ne La sciantosa il personaggio della cantante è, come detto, interpretato da una grande Anna Magnani che giganteggia. Il film mostra anche un Massimo Ranieri, allora un volto nuovo, interessante e di grande talento, all'inizio della sua multiforme carriera di artista.

Nessun commento:

Posta un commento