Re Alberto I in una cartolina dell'epoca |
La fortunata circostanza costituita dalla recente acquisizione, da parte dell'associazione ArteGrandeGuerra, del diario di guerra per immagini di Peter Thelen, un soldato-pittore belga che ha combattuto su linee avanzatissime del fronte belga a partire dal 1914 sino al termine del conflitto, ci mette a disposizione una preziosa testimonianza intorno a un elemento spesso trascurato della fase iniziale della primo conflitto mondiale: l'impatto sul mondo mentale dei soldati belgi della repentina, e del tutto inaspettata, necessità di dover scendere sul campo di battaglia, confrontandosi d'emblée, senza preparazione, con gli eventi feroci della prima guerra moderna.
Cominciamo fornendovi le poche informazioni biografiche in nostro possesso di questo soldato. Peter Thelen nacque in Belgio nel 1885. Ferito una prima volta, forse nel 1916, si recò in convalescenza in Inghilterra. Tornato al fronte nel 1917, rimase ferito una seconda volta, nel 1918, nel corso di un combattimento. Morì nel 1920 in conseguenza delle ferite subite.
Fig. 1 Peter Thelen, Le poilu, Belgio 1914, acquarello |
Fig. 2 Peter Thelen, Malines, Belgio 1914, acquarello |
Si tratta di scene che mostrano una guerra epica, di notevole impatto visivo e non priva di fascino. La modalità raffigurativa tramite la quale queste immagini illustrano l'operato dei soldati, evoca irresistibilmente valori nazionalisti quali il coraggio, lo spirito di sacrificio, la dedizione alla patria, l'energia, lo slancio vitale. Una visione che accomunerebbe dunque il nostro soldato ai molti giovani di tutta Europa che, soprattutto in quel 1914, vedevano nella guerra l'occasione per un riscatto individuale e collettivo dalla banalità del quotidiano e di rinnovamento spirituale: una ineguagliabile avventura liberatoria ed eroica. Ideale che si configurava come un vero e proprio mito della modernità, alla cui diffusione non fu estranea l'azione pervicace della propaganda di ciascun paese. Un modo di concepire il conflitto che, in una guerra di difesa come quella belga, diventava particolarmente penetrante e persuasivo.
Potrà forse sorprendere, dunque, come, scorrendo il taccuino di Peter Thelen, si trovino anche numerose opere di tono del tutto differente, che denotano un diverso - contrapposto - registro espressivo.
Fig. 3 Peter Thelen, Grand-mère, Belgio 1914, disegno |
Fig. 4 Peter Thelen, Grand-mère, Belgio 1914, disegno |
Fig. 5 Peter Thelen, Bruges, Belgio 1914, acquarello |
Fig. 6 Peter Thelen, Bruges - Quai des Marbuirs, Belgio 1914, disegno |
Si nota una evidente frattura nel sentire espresso dal soldato in questi disegni, che affrontano due tematiche del tutto separate e quasi non comunicanti: la raffigurazione della guerra e quella degli affetti. In tutto ciò, se le opere di guerra appaiono, come detto, un poco retoriche e magniloquenti, le altre sono invece intime e personali, vibranti dell'incanto posseduto dalle rappresentazioni della memoria. Si configurerebbe dunque un peculiare stato mentale nell'artista-soldato, scisso tra due istanze contrapposte: da una parte la volontà di aderire agli irrealistici ideali guerreschi veicolati dalla propaganda, dall'altra il desiderio di "salvare dall'oblio" il proprio personale mondo interiore di affetti e di ricordi. E, al centro, una esacerbante lacuna, la pressoché completa rimozione della realtà terribile della prima guerra industriale: i bombardamenti di impensabile distruttività, le ferite deturpanti dei compagni, la morte di massa. Elementi che non vengono mai rappresentati. Nessun disegno del taccuino, infatti, ci riporta i sanguinosi eventi delle battaglie reali che si succedevano in quei mesi, che pure l'artista stava vivendo in prima persona. Nonostante ciò (anzi, proprio in ragione di tale lacuna), questi disegni ci mettono in qualche modo in contatto con uno degli effetti più perniciosi della guerra, permettendo di avvicinarci a ciò che lascia la battaglia nel mondo mentale del combattente. Già in quel 1914, in Belgio, quando ancora tanti orrori dovevano succedersi in tutta Europa, la guerra mostrava la sua faccia più devastante e la sua natura essenzialmente patologica. Analizzati nel loro insieme, infatti, gli schizzi del soldato Thelen evidenziano un vissuto il cui significato supera l'esperienza individuale, andando a connotare la scissione lacerante prodotta dagli eventi bellici nell'interiorità dei combattenti. Al tempo stesso queste opere celano forse un messaggio segreto, non meno universale, rivelando con terribile chiarezza come la guerra si cibi, oltre che dei corpi dei soldati, anche delle loro anime.
Dario Malini
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