Fritz Gärtner nel suo atelier di Monaco nel 1920 |
Nato nel 1882 a Aussing, una cittadina oggi appartenente alla Repubblica Ceca, questo peintre-graveur fu attivo a Monaco di Baviera, città nella quale compì la sua formazione artistica (nota 1). Sebbene le fonti biografiche non forniscano indicazioni in merito ad un’eventuale partecipazione alla guerra, è tuttavia la sua più importante raccolta grafica, Campo di battaglia e Patria (Feld und Heimat), comprensiva di 50 incisioni realizzate all'acquaforte, che ci consente di ricavare indicazioni in merito a una probabile militanza avvenuta in aree diverse, dal fronte balcanico a quello italiano. Si tratta di un vero e proprio resoconto di guerra per immagini, segnato da momenti di intensa e profonda intonazione lirica. L’artista, in quasi tutte le raffigurazioni della serie, va a porre l’accento su aspetti contrastanti e antitetici che non forniscono mai una lettura univoca della realtà, andando invece a descrivere la guerra da una prospettiva sfaccettata e complessa. Il titolo stesso della raccolta, Feld und Heimat, è contrassegnato da due parole che si possono configurare come un binomio oppositivo: la patria (Heimat), ovvero la terra amata; e il campo di battaglia (Feld), ovvero la terra ostile. Le zone di guerra, i campi di battaglia, costituenti il fulcro di ogni rappresentazione, sembrano spesso evocare un richiamo nascosto, velatamente nostalgico, alla terra amata, che non pare però identificarsi tout court con la terra natia in senso stretto, ma con la terra in generale, in quanto patria di ogni uomo: terra-nutrice.
Nel presente intervento andremo a rintracciare tale particolare poetica in due rare incisioni facenti parte della raccolta sopra menzionata, appena entrate, come detto, nella raccolta dell'associazione.
Fig. 1
L'acquaforte di fig. 1, Armi e campi coltivati (Waffen und feldfrüchte), è composta con notevole originalità. In primo piano sono raffigurati due covoni di fucili, sistemati da alcuni soldati; militari che appaiono solo sullo sfondo della scena, intenti a raccogliere degli ortaggi (forse delle patate). Un'immagine fatta di nulla che ha il suo fulcro poetico, compositivo e tematico nell'opposizione tra il motivo della guerra, cui rimandano i covoni, e quello della concordia e del lavoro, alluso dall'occupazione dei soldati. Il tema della raccolta dei vegetali pare connesso con quello archetipico della terra-nutrice, intesa in contrapposizione alla terra ostile del campo di battaglia. Da un punto di vista prettamente stilistico, l’artista ha comunicato questo senso oppositivo mediante l’utilizzo del contrasto tra la zona in ombra che contrassegna il "mondo della guerra", di cui le armi sono emblema, e la luce che inonda il campo coltivato, ricco di messi, illeggiadrito dalle ampie e lussureggianti chiome degli alberi, emblema del “mondo della natura” non sfigurato dalla violenza bellica.
Fig. 2
Il motivo del contrasto tra terra-ostile e terra-benevola è riconoscibile anche nell'acquaforte di fig 2, priva di titolo. Ci troviamo di fronte a una raffigurazione di forte impatto emotivo, abbastanza traumatica per l'osservatore che diventa testimone, senza mediazione, della morte di un giovane soldato. Alla raffigurazione del caduto - probabilmente un commilitone dell’artista - viene dato pieno risalto ed evidenza, ritratto in ripresa ravvicinata e con notevole dettaglio. Il corpo appare disteso in una radura, in prossimità di un bosco, come suggeriscono alcuni alberi che sorgono all'intorno. Sul terreno si scorgono una scodella e la pala con cui il soldato stava forse scavando una trincea. Per nulla sfigurato o mutilato, questo corpo appare intatto, si direbbe quasi dormiente, se non fosse per la schiena che, inarcata sopra un ammasso di terra, va a formare una innaturale traiettoria ricurva.Come la precedente, anche questa scena denota una ben ponderata struttura compositiva e luministica. La linea ricurva formata dal corpo del giovane trova un'eco precisa, una sorta di perfetta corrispondenza, nel profilo dei crinali della collina situata nello sfondo. In virtù di questa affinità, il corpo privo di vita dell’uomo sembra divenire elemento integrante del mondo naturale. La terra ostile della guerra e della violenza, qui rappresentata nell'area umbratile del bosco in cui alberga la morte, si traduce - ad un livello di comprensione differente, vibrante di un senso di quiete panica - in terra ospitale: diventa terra di luce.
Carol Morganti
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Note
1 Nel sito internet dell’Academia di Belle Arti di Monaco sono pubblicati i dati relativi agli studi artistici compiuti dal pittore. Fritz Gärtner si iscrisse all’accademia il 14 maggio del 1900, all’età di 18 anni. Iniziò il suo percorso artistico seguendo i corsi del professore Gabriel von Hackl. L’immatricolazione all’Accademia si conclude nel 1920 (Cfr.: link)
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