Articolo sulla mostra "1914-2014 La guerra invisibile" su il Giorno (8 febbraio 2014)

Cento storie di soldati
Disegni sopravvissuti
alla «Guerra invisibile»
A Bresso una mostra di opere nel centenario
di GIAN MARCO WALCH

CANTAVANO a squarciagola i cuori patriottici: «Monte Grappa, tu sei la mia patria, /sovra te il nostro sole risplende». Replicavano, doverosamente circospetti, gli animi più concreti: «Oh Gorizia, tu sei maledetta / per ogni cuore che sente coscienza». Propaganda e protesta. In mezzo, sedici milioni di morti. La «sempre più inutile strage», come la definì Benedetto XV, che dal 1914 al 1918 prima incendiò, poi insanguinò l'Europa intera. La «guerra invisibile», per citare invece Anselmo Bucci, artista soldato: «È arcinoto che questa guerra plasticamente non esiste: è dramma musicale, non è spettacolo». Per la metamorfosi tecnologica, via lance e gonfaloni. Per l'immensità del teatro, impossibile da abbracciare dal singolo uomo.

ALLA «GUERRA invisibile», in anticipo sulle celebrazioni del centenario, dedica ora un'interessante mostra l'associazione ArteGrandeGuerra, per le cure dello scrittore e suo presidente Dario Malini: «La voce dei soldati della Grande Guerra in 100 opere riscoperte». L'invisibile reso visibile attraverso acqueforti, litografie, acquarelli, disegni fortunosamente e fortunatamente sopravvissuti al tempo, opere di artisti spesso sconosciuti: spenti i roghi continentali, molti vollero dimenticare, rimuovere l'orrore, così come vennero affidati all'oblio i lavori che la realtà delle trincee, degli assalti, delle camerate di dolore raccontavano crudamente, senza concessioni alla retorica nazionalista.

UNA MOSTRA che, figlia della raccolta esclusiva di A.G.G. recupera la memoria, consentendo scoperte e riflessioni, ospitata a Bresso, nei locali del Centro Culturale Alessandro Manzoni. Raccontata anche in un accurato e illustrato catalogo che allinea saggi generali e testi più approfonditi sui singoli artisti. Riassume per esempio Andrea Caspani: «La prima guerra mondiale assume un valore particolare per la storia del Novecento, perché costituisce "l'evento non prevedibile", il fatto che invalida il progetto del liberalismo laico di fine '800».
Certo, il progresso ha fatto la sua irruzione in un'acquaforte come «Cavalieri erranti» di Henry De Groux, belga, trascorsi simbolisti. Ma è un progresso nefasto: i suoi grotteschi guerrieri indossano maschere antigas, speranza di sopravvivenza sui campi di battaglia, prima che un'inattesa vecchietta, con bastone ma senza falce, giunga a contemplare le distese di cadaveri. Ricordano stranamente i «Fucilati» di Goya gli «Scudi umani» di André Devambez, uomini, vecchi, bambini sospinti avanti dai soldati tedeschi. Mentre più quiete sono le opere di Hans Beat Wieland: la vita quotidiana dei fortunati nelle retrovie. E quelle del misterioso Focardi: l'inedia dei feriti in ospedale.

SCANDITA in ben ordinate sezioni, «La guerra invisibile» tocca il suo punto artisticamente più alto nei «ritratti di guerra». Carol Morganti, l'altra curatrice della mostra, ha selezionato volti di ruvidi soldati con i baffoni o di eleganti ufficiali tedeschi. Al riguardo, tutta da leggere la presentazione di Malini del «Taccuino di un nemico» appena edito da Mursia - tutto da leggere anche il libro -: il giovane soldato Otto sopporta la vita grama per quattro anni  in nome del giuramento di «combattere valorosamente per l'onore della Germania». Come «suo figlio legittimo di fede ebraica». Non sa che il suo destino incrocerà quello di un caporale di nome Adolf Hitler.
Centro Culturale Alessandro Manzoni, Bresso (Milano), via Roma 16. Fino al 22 febbraio.  Catalogo in mostra. Info: 02.66501089

Nessun commento:

Posta un commento