1914 - 2014 Vita quotidiana al fronte

«I giorni successivi sono contrassegnati da un seguito di furibondi attacchi nemici. Noi non siamo più uomini ma organismi elementari che anelano irragionevolmente di sopravvivere nonostante il frastuono annientante degli obici, il tanfo di zolfo, il bagliore fulvo e bollente di colpi di smisurata potenza. Vivere, vivere, a dispetto dell’abbraccio sepolcrale della terra e delle urla dei feriti, dei mille cadaveri carbonizzati e fumanti, degli ordigni che piovono dal cielo, degli inglesi che si avvicinano ricurvi, incuranti dei colpi delle nostre mitraglie.»
D. Malini, Taccuino di un nemico, Mursia
Le opere di questa sezione offrono una visuale sulla vita dei soldati al fronte piuttosto difforme rispetto a quella trasmessa dalle rappresentazioni ufficiali, intesa in genere a esaltare qualità quali il valore, il coraggio, il senso del dovere, l’abnegazione. Ciò che caratterizza invece i lavori di artisti-soldato, come quelli qui presentati, è sovente il fatto di raccontare situazioni ed eventi reali, non idealizzati, senza alcun intendimento di esaltazione eroica.


Marcel Chabas, Notte, tempera e matita, mm 165 x 219
Nel disegno rifinito a tempera di Marcel Chabas (1890 - 1948) dal titolo Notte, lo spazio angusto di una trincea appare gremito da numerose presenze umane: il militare al centro, in posizione accovacciata, è intento a scrivere, quello sulla destra, in preda alla stanchezza, si appoggia al fucile puntellato al terreno a mo’ di bastone, quello sulla sinistra, rivolto di schiena, osserva un gruppetto di compagni che discutono, altri infine, in piedi, sfumano sempre più indistinti nella profondità del tunnel. Personaggi che non sembrano essere in una qualche relazione gli uni con gli altri, accomunati invece solo dal fatto oggettivo di condividere lo spazio fisico della trincea. La resa monocroma pare sottolinearne l’isolamento e la cruda tediosità della vita al fronte.

André Dunoyer de Segonzac, “Due militari”,
acquaforte, mm 162 x 112 (lastra)
André Dunoyer de Segonzac (1884 - 1974), prolifico disegnatore e incisore, documentò con centinaia di opere la propria esperienza di guerra cui partecipò dapprima come lettighiere e poi nella sezione di camuffamento [nota 1]. Nell’acquaforte visibile qui sopra appaiono due militari che percorrono l’interno di una trincea, apprestandosi forse a uscire in vedetta. L’artista pare avere un intento satirico, poiché la goffaggine delle due figure, delineate in modo chiaramente caricaturale, le fanno sembrare già a prima vista poco idonee a intraprendere imprese coraggiose o eroiche. Si tratta dunque di una raffigurazione lontanissima da quelle della propaganda, che, con un sorriso amaro, evidenzia il conflitto vivissimo prodotto dall’impiego generalizzato dell’uomo comune nel compito gravoso, crudele e per lui sostanzialmente inattuabile della guerra moderna.

Werner Paul Schmidt, Avamposto, 1914, litografia,
mm 340 x 265 (inciso), mm 408 x 345 (foglio)
Altre immagini di vita al fronte sono contrassegnate da profonda mestizia, esibendo lo stato di disagio e di malessere interiore che attanagliava coloro che erano in prima linea. Ad esempio, la litografia Avamposto di Werner Paul Schmidt (1888 - 1964), datata 1914, mostra la condizione di prostrazione di tre soldati in postazioni prossime alla linea nemica, in una pianura definita da tratti sommari. Nel volto e nei gesti di questi uomini si scorgono i segni della fatica e dello scoramento, acuiti dalla desolazione del luogo in cui sono costretti. Opere di questo tipo rivelano squarci di esistenza, drammi umani spesso banditi dalle iconografie ufficiali.

Eduard Thöny, Trincea, 1917, disegno, mm 297 x 230
Anche il paesaggio, datato 1917, ripreso nel disegno Trincea di Eduard Thöny (1866 - 1950), comunica un stato d’animo di precarietà. L’opera non mostra alcuna figura umana, andando invece a delineare con notevole minuzia lo stretto budello di una trincea. Lo sguardo dello spettatore vi si addentra come in un mondo alieno, fermandosi via via sui più ridotti dettagli della galleria, sulla pietraia, sul tronco spezzato e, fuori dal tunnel, sui rami degli alberi morti.

Anonimo,
“Natura morta”, 1918, disegno, mm 193 x 115
“Natura morta con tromba”, disegno, 1918, mm 194 x 115
Affianchiamo all’opera precedente delle vere e proprie nature morte che contribuiscono a delineare quella sorta di inedito cosmo chiuso che erano le trincee. Si tratta della ripresa di alcuni semplici oggetti d’uso quotidiano: una tromba, un tascapane e una gavetta. Gli schizzi, non firmati, recano entrambi la scritta “Flavy le Martel”, paese della Piccardia, sito nei pressi del fronte nord della Francia, e la data 2 ottobre 1918. La guerra era ormai prossima alla fine, e quegli oggetti appesi alla parete di una trincea, forse destinati a esservi abbandonati, sembrano testimoniare silenziosamente la misteriosa quotidianità di una guerra terribile.

Oskar Graf, Fuoco, acquaforte, mm 397 x 295 (lastra)
La vita al fronte era spesso costellata di eventi nei quali il singolo combattente non rappresentava che un semplice e inerte spettatore. A tale riguardo alquanto significativa è l’acquaforte intitolata Fuoco di Oskar Graf (1878 - 1959), in cui vengono raffigurati un raggruppamento di militari che, da dietro dei ripari, osservano un villaggio dato alle fiamme. La scena possiede una grandiosità inusitata, che le imponenti dimensioni dell’opera e l’accorto utilizzo di sapienti effetti luministici contribuiscono a produrre.

Walther Teutsch, L’assalto dei bavaresi, 1914,
litografia, mm 310 x 290 (inciso), mm 410 x 350 (foglio)
Alla staticità che caratterizza le scene di trincea si contrappone il movimento delle rappresentazioni di battaglia. Dinamici al massimo grado appaiono i soldati tratteggiati dall’artista espressionista tedesco Walther Teutsch (1883 - 1964) in L’assalto dei bavaresi. I fanti che caricano alla baionetta, preda di un vero e proprio furore guerriero, non sembrano che macchine di distruzione senza più alcun barlume di umanità.

Carol Morganti
Dario Malini
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Note

[1] Di André Dunoyer de Segonzac, oltre al lavoro descritto in questa sezione, è presente anche l’opera catalogata al numero 74.

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