Eugène Delécluse, “Militare”, 1916, matita e acquarello, mm 162 x 113 |
La
mostra 1914 - 2014 La guerra invisibile,
ideata dall’associazione culturale ArteGrandeGuerra in collaborazione con il
centro culturale Alessandro Manzoni di Bresso, vuole indagare una materia
fragile, delicata, vulnerabile e tuttavia preziosa e colma di significati che
toccano intimamente i nostri tempi: la memoria di ciò che avvenne davvero nel
mondo mentale di chi, cent’anni or sono, dovette partecipare ai combattimenti. La ricorrenza del centenario della Grande Guerra rappresenta un’occasione
ineludibile in tal senso. Un’occasione per riconoscere i cambiamenti che il
“colpo di tuono” dei cannoni apportò all’arte dei paesi combattenti, anche e
soprattutto in riferimento alle numerose opere prodotte dagli artisti-soldato,
opere a tutt’oggi spesso “invisibili”: dimenticate o non sufficientemente
valutate e studiate. Un’occasione inoltre per riflettere sulla cosiddetta “letteratura
di guerra”, per trarre dalla polvere i numerosi manoscritti ancora inediti e
rileggere i moltissimi libri di valore spariti dalle librerie, assegnando loro
finalmente il ruolo che meritano all’interno della storia della letteratura (si
veda a tale proposito la sezione Scritti di questo sito).
L’intento
dei curatori della mostra è quello di trasportare il visitatore, evitando ogni
retorica e visione stereotipata, nella vita quotidiana dei combattenti.
Marcel Chabas, Studio per il […] di un soldato,disegno ad acquarello, matita e olio, mm 320 x 244 |
L’esposizione
è suddivisa in due parti. La prima mette in dialogo sei figure di
artisti di diverse nazionalità, per ciascuna delle quali viene proposta una
selezione significativa di grafiche (incisioni, disegni e litografie),
realizzate negli anni del conflitto. La seconda presenta invece un’impostazione
tematica, articolata per esemplificare gli aspetti più rilevanti della guerra
moderna. Le opere che vi compaiono, anch’esse frutto di un lavoro di recupero,
provengono da tutti i fronti.
Guida d’eccezione in tale percorso
espositivo è il soldato Otto, giovane tedesco di religione ebraica appartenente
al 125° reggimento di fanteria Kaiser Friedrich, 7° Württemberg, le cui
riflessioni accompagnano ciascuna sezione della mostra. Le vicissitudini di
questo ragazzo, lungo quattro terribili anni di guerra su molti fronti, incluso
quello italiano nei giorni della battaglia di Caporetto, vengono proposte nella
recentissima pubblicazione Taccuino di
un nemico di Dario Malini, Mursia
editore, presentata in prima assoluta in occasione di questa mostra. Una grande
vicenda vera (che corrisponde a un altro importante recupero culturale della nostra associazione) che
rappresenta un unicum all’interno
della narrativa dedicata alla Grande Guerra, andando ad aprire inediti spiragli
sull’ambiguo rapporto esistente tra tedeschi ed ebrei in anni in cui la
Germania, più di ogni altra nazione europea, pareva aver posto le basi di una
completa assimilazione del popolo eletto. Un testo che può anche diventare
l’occasione per riflettere sulla variabilità della storia e, forse, sulla non
inevitabilità dei suoi orrori. Come quelli che attenderanno Otto e gli ebrei in
Germania di lì a qualche decennio. Taccuino
di un nemico ci permette, in definitiva, di percorrere in punta di piedi
quel “giardino dei sentieri che si biforcano” che la storia, fuor d’ogni
dubbio, è.
Concludiamo con una
riflessione illuminate di un grande scrittore-soldato, la cui opera di guerra è
a tutt’oggi assai sottovalutata:
«Quello che forma
l'aspetto particolare di un'epoca è la creazione di nuovi stati d'animo, di
modi speciali di vedere, di sentire, di vivere, inconfondibili. Ed ecco, dopo
la guerra, spuntare il secolo nuovo».
C. Alvaro,
"La Stampa" (3/3/1920)
Dario Malini
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